Introduzione

In questi giorni sono stati ricordati 30 anni dalla nascita di Linux. Differentemente da quanto ci potevamo aspettare allora, quando Linux era ancora conosciuto soltanto da un ristretto gruppo di smanettoni appassionati di informatica, l’anniversario ha avuto parecchio risalto non solo nei social ma anche su diversi quotidiani, alla radio e in televisione. 

Linux è evoluto ben oltre quelle che erano le ambizioni almeno iniziali del suo ideatore, Linus Torvalds, diventando ormai il sistema operativo di riferimento non solo di gran parte dei server fisici e virtuali di tutto il mondo ma anche il fondamento di sistemi embedded che sempre di più daranno vita agli oggetti che ci circondano. Sapevate che una distribuzione di Linux è alla base del Chrome OS, il sistema operativo di Google?

Non voglio aggiungere altro sulle origini del sistema operativo di cui molto si è sentito parlare nelle ultime settimane. Ritengo invece utile fare qualche riflessione su alcuni punti che, ascoltando le interviste alla radio e leggendo qualche articolo sui giornali, sembrano ancora piuttosto confusi. 

 

Linux e la sicurezza

Il primo punto è Linux, l’Open Source e la sicurezza. Purtroppo ancora oggi, come vent’anni fa,  si continua a confondere la sicurezza con l’apertura del codice. Troppo spesso viene messo in dubbio che Linux, e più in generale il software Open Source, sia più soggetto ad attacchi di altri sistemi chiusi, poiché il suo codice è aperto a tutti (e quindi anche a potenziali malintenzionati). 

La verità è l’esatto contrario. Evidentemente una storia ormai trentennale e l’affermazione del sistema a livello globale non sono bastati ad eliminare la fatidica domanda: “non è che Linux, potendo tutti avere accesso ai sui sorgenti, è più soggetto ad essere attaccato dagli hacker?”. 

Linux si è potuto evolvere ai livelli di oggi proprio grazie all’apertura del suo codice. La vasta comunità di sviluppatori, e il loro alto livello di professionalità, assicurano da sempre un’elevata qualità e garantiscono che il codice sia revisionato da moltissimi occhi esperti prima di essere ritenuto stabile. Non appena viene individuata una falla di sicurezza ci sarà immediatamente un collaboratore disponibile a ripararla, condividendo le opportune patch – porzioni di software deputate all’aggiornamento del programma – con la community che ne verificherà la bontà.

La probabilità che uno sviluppatore introduca intenzionalmente una falla o una back-door è sicuramente molto più bassa rispetto a sistemi operativi proprietari e chiusi, in cui le verifiche, sebbene puntuali e scrupolose, sono comunque limitate ad una comunità di sviluppatori assai più ridotta.

 

Linux e l’abbattimento dei costi

Il secondo argomento è Linux e l’abbattimento dei costi. C’è ancora chi pensa che la scelta di Linux sia legata principalmente alla gratuità. Credo fermamente che non ci sia niente di più falso. La gratuità di Linux, e dell’Open Source in generale, non è e non dovrebbe mai essere il motivo di scelta. In primo luogo perché non è del tutto corretta. Al risparmio sui costi di licenza vanno infatti aggiunti i costi, comunque necessari, per la configurazione e il mantenimento dei sistemi che richiedono tempo e personale esperto. 

I vantaggi che invece portano a scegliere Linux sono altri: per partire, l’estrema flessibilità del sistema e la libertà di creare un sistema operativo ritagliato sartorialmente sulle proprie esigenze. Poi l’accesso ad un’infinità di software provenienti da comunità Open Source e, come dicevamo sopra, la garanzia di un sistema sempre aggiornato e verificato. 

Nel caso in cui le esigenze in termini di sicurezza siano più stringenti e si voglia risparmiare tempo ed energie sono comunque consigliabili distribuzioni a pagamento che offrono patch continue, software più semplici da configurare e versioni hardened pronte all’uso.

 

Linux e la semplicità

Se Linux si è affermato come sistema operativo per Server e servizi professionali o come sistema operativo di sistemi embedded nei più svariati ambiti ha faticato invece ad affermarsi come sistema operativo per gli utenti desktop. Ritengo personalmente che ogni sistema abbia i suoi pregi e difetti. Sicuramente se paragono la prima installazione di Linux che ho fatto ormai più di 20 anni fa con le modalità di installazione del sistema attuali sono stati fatti passi da gigante. Va anche aggiunto che ormai anche utenti senza particolari conoscenze in ambito IT possono utilizzare senza problemi un desktop Linux.

Per molti sicuramente uno scoglio almeno psicologico è legato all’uso del terminale, ossia la modalità, a linea di comando, con cui si esplorano i file e con cui si interagisce col computer.

A conclusione di queste brevi riflessioni su Linux, voglio renderne più semplice l’uso a chi non ha dimestichezza condividendo qualche comando della shell Unix Bash – una delle interfacce utente di tipo testuale – che da sempre uso con Linux e che vi potrà semplificare la vita in più occasioni.

 

CTRL R: se aperta la shell volete richiamare un comando che avete lanciato in passato senza doverlo riscrivere da capo potete usare CTRL R e iniziare a scrivere l’inizio o parte del comando che ricordate. Se il primo suggerimento non dovesse essere quello cercato potete insistere con CTRL R e vi sarà proposto il secondo suggerimento in ordine temporale. Se avete trovato il comando e lo volete lanciare potete semplicemente premere invio. Se invece avete bisogno di cambiare leggermente il comando potete fare CTRL E, il cursore si posizionerà alla fine del comando e potrete tornare indietro per editare a piacimento.

ls: chiunque abbia avuto a che fare con sistemi Unix conosce ls per avere la lista dei file in un certo path. Ma non tutti conoscono le opzioni più basilari ma estremamente utili:

  • ls -t : ordina i file mostrando prima quelli modificati più recentemente
  • ls -l: mostra la lista con un file per riga e qualche informazione importante come utente proprietario, permessi, dimensioni, data
  • ls -a: mostra i file nascosti, ovvero quelli il cui nome inizia per punto “.”
  • ls -r: inverte l’ordine dell’ordinamento. E’ molto utile il comando ls -ltr che permette di vedere come ultimi file (e quindi quelli mostrati sullo schermo se la lista è molto lunga) i file modificati più di recente

 

La shell di Linux dispone di moltissimi altri comandi che ci possono aiutare e velocizzare operazioni di tutti i giorni. Ce ne sono altri che utilizzate di frequente? 

Alla prossima

Giacomo Sergio

Managing Director @ Wondersys